MARCO ASUNIS RICORDA CITTO MASELLI SU DIARI DI CINECLUB

Sul numero di aprile di Diari di Cineclub, Marco Asunis ricorda Citto Maselli.

Ricordi lontani di Citto Maselli

Facevo il ferroviere a Roma alla stazione Ostiense e in questa città vivevo, quando mi capitò di incontrare alcune volte Citto Maselli nella sede nazionale della FICC, in Piazza dei Caprettari a due passi dal Senato della Repubblica. Proprio davanti ad esso si mitizzava del bar col caffé più buono di Roma, dove si andava a far la fila.
Erano i primi anni Ottanta del millennio scorso. Mi ritrovavo in
quel tempo coinvolto e attratto dalle attività culturali della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema. Un’attrazione che mi porta
vo dietro dal lavoro volontario nella Società Umanitaria – Cineteca
Sarda e nei circoli del cinema sardi. Tra riunioni nella FICC o più altre futili ragioni, mi capitava di fare visita a quel luogo e di incontrare figure importanti del mondo impegnato del cinema. E’ così che incontrai e conobbi personaggi per me mitici, come Giuliano Montaldo o Mino Argentieri, tutti molto legati e amici di Riccardo Napolitano che della FICC ne era il presidente. Tra questi compagni e amici conobbi anche Citto Maselli. Di un tempo così lontano mi è apparsa parte di quella memoria come fotogrammi sparsi di una vecchia pellicola strappata. Nel ricordare i passati incontri con Citto Maselli, me ne è venuto in mente uno assai curioso. Fu un incontro di sguardi in una giornata tremendamente triste e afosa, quella del 13 giugno 1984.
Era il giorno dei funerali di Enrico Berlinguer. In prossimità del palco, dove poi si sarebbe
svolta la cerimonia funebre davanti a tanti leaders politici nazionali e internazionali, in una cornice di circa un milione e mezzo di persone commosse, mi ritrovai in piazza San Giovanni in Laterano a svolgere con altri ferrovieri il compito di servizio d’ordine. Avevo con me la macchina fotografica. Feci delle foto in quella giornata, a esclusivo uso personale, che ancora oggi custodisco gelosamente. Tra quelle due ali di folla passavano tante persone tra addetti alla sicurezza, amici e conoscenti familiari di Berlinguer. Riconobbi tra i tanti Citto Maselli che camminava da solo, tutto affranto, nella direzione contraria al palco. Mi venne in mente di fotografarlo. Fotografia che ancora ho. Come se si fosse accorto di questa mia azione, cambiò percorso dirigendosi verso di me, per salutarmi o forse più facilmente per rimproverarmi. Non lo seppi mai, perché ancor più improvvisamente riprese a ripercorrere la sua strada lontana dal palco. Ci siamo incontrati e riconosciuti diverso tempo dopo, negli anni duemila ben inoltrati, in un punto di riferimento storico di Roma, al Cinecittà Film Festival al Parco degli Acquedotti, organizzato da Cinecittà Bene Comune. In compagnia del direttore di questo giornale, Angelo Tantaro, incontrammo Citto accompagnato dal suo angelo custode Stefania Brai. In quella serata era stato programmato il film di Mario Monicelli, I soliti ignoti. Seppur brevemente, fu l’occasione per salutarci e parlare un po’ con Citto e Stefania di cinema, di politica e di associazionismo culturale. E’ questa l’ultima bella immagine che mi porto dentro, in un luogo e in una città che lui amava, con le compagne e i suoi compagni di tante battaglie, insieme al cinema come “arma” costante in simbiosi con la vita e la politica: passioni indissolubili rendendolo testardo e speciale, un compagno che fino alla fine ha lottato per l’utopia della rivoluzione per un mondo migliore.
Marco Asunis

Presidente FICC

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