Il Corriere della Sera ignora il lavoro dei Circoli del Cinema. Risponde Marco Asunis, presidente della FICC
Gent.le Direttore,
sono rimasto colpito dall’articolo di Mario Pappagallo apparso sul Corriere della Sera del 4 u.s., che ha riferito del restauro recente di Ladri di biciclette ad opera dall’avvocato Mauro Pizzicati, presidente del Casinò di Venezia.
Parrebbe, dall’articolo E il Casinò risarcì Vittorio De Sica, che solo grazie a tale intervento sia oggi possibile in Italia vedere in pellicola Ladri di biciclette che “stava morendo nel disinteresse generale” dopo che “per vent’anni era impossibile proiettarlo”.
Intendiamoci, che il Casinò di Venezia, sempre di più, si occupi di celluloide e non di fiches non è una cattiva cosa. Anche con l’idea di risarcire, seppure in modo postumo, chi nei suoi tavoli da gioco tantissimi soldi in vecchie lire ci ha lasciato, come pare sia capitato allo stesso Vittorio De Sica.
Non si tratta, quindi, di criticare un’operazione certamente meritoria che ha consentito perfino, cosa alquanto strana, di far conoscere il film e far commuovere il Sindaco di Venezia Massimo Cacciari. Piangere a seguito della visione di un capolavoro della cinematografia è del resto sempre meglio che piangere perdendo i soldi al baccarà.
Non si tratta di mettere in discussione questo, ma di puntualizzare alcune lacune contenute nell’articolo e che tirano in ballo il lavoro della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema (F.I.C.C.) che rappresento, una delle nove Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica, la più vecchia, costituitasi nel 1947 a seguito della confluenza di registi, critici e sceneggiatori del cinema neorealista.
In particolare, già dal 2001 la F.I.C.C., nell’ambito del lavoro che svolge da più di sessant’anni a favore della promozione del cinema italiano e della formazione del pubblico, ha ristampato una copia positiva del film Ladri di biciclette in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentaledi Cinematografia – Cineteca Nazionale, per salvare la pellicola e consentire la maggiore circolazione possibile di questo classico del nostro cinema. Per l’occasione fu pubblicata una brochure, su cui scrissero Mario Musumeci (Cineteca Nazionale – Conservazione e Restauro Copie), Maurizio Porro e Mario Sesti (Giornalisti e Critici Cinematografici) che misero in bella evidenza, tra tante altre considerazioni, la straordinaria importanza che ha, non solo per il nostro Paese, la ristampa di una copia positiva di una pellicola di particolare pregio culturale che rischia di scomparire.
La nuova copia, conservata oggi presso la Cineteca Nazionale, venne poi presentata presso il Cinema Italia di Macerata il 17 ottobre 2002. Da allora fino ad oggi innumerevoli sono state le proiezioni organizzate da nostri circoli affiliati in tutto il territorio nazionale, oltre che da altri Enti per manifestazioni sempre a carattere gratuito e divulgativo.
In ultimo, voglio ricordare, in particolare al pur bravo Pappagallo, che nel 2002 la F.I.C.C. ha anche ristampato una copia del film A ciascuno il suo di Elio Petri, un altro grande autore italiano ingiustamente poco ricordato ma poco avvezzo ai tavoli da gioco.

