COMUNICATO STAMPA
LA FICC SUL DDL CINEMA
La FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema esprime un giudizio critico sul DdL n. 2287 Disciplina del cinema e dell’audiovisivo, approvato in Senato giovedì 6 ottobre del c.a., e nutre riserve sul fatto che esso possa rilanciare in modo efficace ed equilibrato tutto il comparto cinematografico e audiovisivo.
La FICC sottolinea anzitutto la pervicacia del DdL n. 2287 a favorire specificamente i potentati della produzione audiovisiva commerciale e gli interessi economici presenti nel mondo del cinema e dell’audiovisivo, orientati più verso una propensione mercificante e subalterna al piccolo schermo che a quello propriamente culturale.
Nel testo finale del Senato, sia la promozione culturale cinematografica che la produzione e la distribuzione autoriale e indipendente risultano fortemente marginalizzate, con il risultato di depotenziare l’obiettivo complessivo di uno sviluppo armonico del sistema cinema nazionale, disperdendo condizioni favorevoli risultanti dal raddoppio del finanziamento previsto per tutto il settore cinema.
Il DdL n. 2287, inoltre, per la sua operatività fa riferimento a diversi decreti attuativi che avranno il compito, successivamente all’approvazione definitiva della legge, di regolare e governare indirizzi che appaiono ancora troppo generici, come lo sono ad esempio quelli sul recupero di sale cinematografiche dismesse nei piccoli centri o sullo sviluppo dell’alfabetizzazione audiovisiva nelle scuole, che non chiariscono come e chi possa attuarli; le associazioni nazionali di cultura cinematografica, su questi ed altri punti qualificanti, sarebbero potute diventare un punto di riferimento preciso, se per esse si fosse mantenuto il riconoscimento pieno della loro originale funzione storica nell’ambito del volontariato culturale, sia per la promozione del cinema che per la formazione del pubblico.
Nel nuovo testo, la FICC e le associazioni nazionali di cultura cinematografica sono invece quasi ridotte ad assolvere il semplice ruolo passivo di sale da proiezione, alla stessa stregua delle sale religiose confusamente e forzosamente collegate nel medesimo art. 25 a discredito del principio di tutela della laicità dello Stato, e non già come luoghi associativi aperti nei quali cinema e audiovisivo diventino strumenti aggregativi fondamentali nella formazione critica e nella crescita civile del nuovo pubblico.
La FICC è impegnata ora a sollecitare, nel proseguo dell’iter del DdL n. 2287 alla Camera, le opportune modifiche tese a ridurre le incongruenze e i forti squilibri presenti, ad attivare gli spazi per una più ampia e larga partecipazione associativa, resi già angusti con i tagli delle spese generali previsti nei nuovi decreti attuativi sulla promozione cinematografica.
In questa ottica di riequilibrio, la FICC ritiene che si debba rendere effettiva, come auspicato anche dall’ANAC e da altre Associazioni di settore, una quota prossima al 20% del fondo da destinare esclusivamente alla promozione dell’associazionismo culturale cinematografico e audiovisivo, dei cinema d’essai, della produzione e distribuzione indipendenti, al netto rispetto ai costi di gestione delle Istituzioni citate dall’art. 25, comma 3, del DdL n. 2287.
L’Ufficio di Presidenza FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema
Roma, 10 ottobre 2016

