In una lettera della operatrice Mariella Rocchietti le ragioni della chiusura. Leggi il comunicato e la storia dell’Associazione aderente alla FICC.
COMUNICATO
Martedì 29 maggio in occasione della serata che chiudeva la stagione 2011/12 del cineclub “35mm il Club”, mi sono trovata a dover spiegare agli abbonati che “no a settembre non inizierà la nostra nuova stagione”. Circa venti giorni prima il responsabile dell’oratorio Salesiano Don Bosco di Cascine Vica ci ha comunicato che da settembre avrebbe avuto inizio un cineforum di loro gestione e quindi la sala non sarebbe più stata disponibile per noi …
Botta tremenda. Dopo dodici anni di attività al cinema Don Bosco e ben ventisette dalla nascita a Rivoli del cineclub (si aspettava il 2015 per festeggiare i trent’anni) siamo senza una sala.
A Rivoli una sala in realtà ci sarebbe e sarebbe pure molto bella: si tratta del Teatro di Rivoli sorto all’interno del progetto per la costruzione dell’Istituto Natta, fortemente sostenuto dall’allora sindaco Nino Boeti e dalla sua giunta che riuscì a trovare l’accordo con la Provincia, titolare del progetto, per la realizzazione, finalmente, di un Teatro per Rivoli. Nel 2004 iniziò la costruzione e nel 2005 la giunta Tallone insediatasi da un anno, ci chiedeva un sopraluogo perché, a lavori in corso, si facesse una variazione per predisporre a fianco a fianco della cabina di regia relativa al teatro una cabina di proiezione che permettesse in futuro alla sala di accogliere anche proiezioni cinematografiche.
Il 24 gennaio 2009 il Teatro di Rivoli veniva inaugurato. Ma la sua vita è brevissima. Dopo circa un anno una serie di guai tecnici ne fanno decretare la non agibilità.
Siamo a giugno 2012, del Teatro di Rivoli non si hanno più notizie.
Io come molti cittadini italiani mi sono indignata nel leggere dei crolli che avvenivano a Pompei, nel rendermi conto che a provocarli, i crolli, era stata probabilmente la sottovalutazione dei problemi o, peggio, l’indifferenza.
Nel nostro paese c’è una tale concentrazione di arte e cultura che a volte di fronte a certe situazioni, come quella di Pompei appunto, mi viene da pensare che l’essere così ricchi di bellezze naturali, possedere immensi tesori artistici e grandi patrimoni culturali sia troppo. Questa abbondanza probabilmente non stimola il concetto di protezione, di difesa e di valorizzazione di quell’immenso tesoro che l’Italia possiede.
Forse a tutto questo bello non corrisponde la necessaria capacità di gestione e amministrazione.
Ma torniamo a Rivoli, ad una città di cinquantamila abitanti che negli anni ha perso molte cose.
La rassegna Voglia di Teatro, nata più di vent’anni fa, dopo la chiusura del Teatro di Rivoli ha dovuto trovare ospitalità altrove (Maison Musique, Teatro Don Bosco) con un inevitabile aggravio dei costi. Delle cinque sale cinematografiche esistenti nel 1977, anno in cui mi trasferii da Torino A Rivoli (Carnino, Gioiello, Cinema Nuovo, e le parrocchiali Borgo Nuovo e Don Bosco) sono rimaste solo le due parrocchiali, davvero poco per una cultura cinematografica libera e laica.
Non nego certo che il mio interesse a veder riaprire in modo definitivo il Teatro di Rivoli, sia di parte. Certo la collocazione al suo interno del nostro cineclub sarebbe quella ideale. La nostra rassegna cinematografica pur avendo toccato negli anni molti comuni (Condove, Pianezza, Avigliana, Susa e Beinasco) è nata a Rivoli al cinema Gioiello. Rivoli è la sua casa naturale ed anche in questi ultimi anni in cui si stava cominciando a pensare alla …”pensione”, lo si faceva convinti che questo patrimonio culturale dovesse continuare a vivere perché lo consideriamo, credo giustamente, ormai appartenente alla città e a tutti quegli appassionati di cinema che con tanto affetto ci hanno seguito e che con le loro E-Mail, telefonate e SMS di questi giorni ci chiedono di andare avanti, di non mollare.
Giro questa richiesta agli amministratori rivolesi. E’ vero, la burocrazia nel nostro paese crea a volte muri insormontabili. Ma non ci si può arrendere.
Quel teatro deve diventare dei rivolesi
Deve vivere attraverso le emozioni che teatro, cinema, danza, musica e tutto ciò che fa cultura, susciteranno in chi sarà seduto là : in quella grande platea di poltroncine rosse.
Mariella Rocchietti – Associazione 35 mm

