In primo piano questo mese “Ju Tarramutu”, documentario di Paolo Pisanelli sul post-terremoto in abruzzo e i documentari della distribuzione Zalab sulle rotte di migranti e profughi ai confini della “Fortezza Europa”. Cineclub Detour – Via Urbana 107 – Roma.
Cinema Detour – Aprile 2011
April 2011
Cinema Detour / Oasi Urbana – Via Urbana 107 (NUOVA SEDE) 00184 Roma
Ingresso riservato ai soci + sottoscrizione
Admission: Membership Card + Free Subscription
Cinema Detour is affiliated to FICC (Federazione Italiana Circoli Cinema)
VEN 1 APRILE EBBRI DI CINEMA presentano
[S]pazzi indipendenti, percorsi invisibili alla ricerca del cinema contemporaneo
21.00 LA CURRYBONARA di Ezio Maisto (Italia 2010, 15′ ) Robin e Olga sono partiti entrambi dall’Est per cercare fortuna nel West del mondo. Ma la desolata landa di terra promessa che sono faticosamente riusciti a conquistare è ogni giorno minacciata da un "pericoloso" nativo del luogo. Il corto spaghetti-western ha partecipato a vari festival, vincendo per la miglior sceneggiatura al Premio Cortolazio 2009-10, Miglior Corto al Visioni Fuori Raccordo Film Festival 2010 e ben tre premi (Miglior film, regia e attrice protagonista) al XII VideoLab di Ragusa.
21.30 LA ANTENA di Esteban Sapir (Argentina 2007, 90 min v.o. sott. Italiano) Una città intera è nelle mani di Mr. TV, il proprietario del canale televisivo locale, che ha un piano sinistro: assoggettare tutti gli abitanti alla sua volontà attraverso messaggi subliminali veicolati per mezzo dei suoi programmi. Ogni riferimento è puramente casuale… –> trailer –> trailer
SAB 2 APRILE Serata Bollywood: cena + commedia musicale
a partire dalle 19.30: cena indiana equo-solidale a cura della Bottega Oasi Urbana
20.30 3 IDIOTS (India, 2009 164′) di Rajkumar Hirani, con sceneggiatura di Abhijat Joshi, e prodotto da Vidhu Vinod Chopra. Con Aamir Khan, R. Madhavan, Sharman Joshi, Kareena Kapoor, Omi Vaidya, Parikshit Sahni e Boman Irani. Due amici, Raju e Farhan, iniziano a cercare un amico, Rancho, che non vedono più da quando erano giovani. Nel corso della loro ricerca, i protagonisti avranno modo di onorare una scommessa fatta in gioventù e poi dimenticata, manderanno a monte un matrimonio e prenderanno parte ad un funerale dove le cose andranno completamente fuori controllo. Contemporaneamente, i due inizieranno un viaggio interiore attraverso i propri ricordi e le avventure trascorse insieme al loro amico Rancho. Vagamente ispirato al romanzo Five Point Someone di Chetan Bhagat. Sono garantiti abiti bellissimi dai colori sgargianti, irresistibili balli di massa e una strepitosa colonna sonora. Insomma impossibile non tenere il ritmo!
MAR 5 APRILE Norden Zone
21.00 STRINGS di Anners Ronnow-Klarlund (Danimarca/Svezia/Norvegia/Regno Unito 2004, 92 min v.o. sott. Italiano). Una produzione della mitica Zentropa di Lars Von Trier. L’eterna rivalità tra Hebalon e gli Zeriths giunge ad un punto di svolta quando il sovrano di Hebalon (il Kharo) si recide il filo della testa. Sua volontà sarebbe che il figlio Hal portasse la pace, ma il perfido Nezo attua un piano per nascondere la vera natura della morte del Kharo attribuendola al capo degli Zeriths. Film interamente realizzato con marionette di legno. Non solo non si ricorre ad abbellimenti in Computer Grafica per ovviare alla staticità dei personaggi, ma vengono lasciati anche i fili che ne guidano i movimenti, che diventano parte integrante della storia.
MER 6, GIOV 7, VEN 8, SAB 9 APRILE DETOUR SPAZIO DOC presenta:
Un viaggio nei territori della città più mistificata d’Italia
"C’è una cosa che nessuna tv, nessuna radio può riportare fedelmente: il silenzio. Nei primi giorni dopo il sisma il silenzio era ovunque. Non solo tra le macerie. Le persone andavano in giro come fantasmi. In mezzo alla gente c’era il silenzio, dentro la testa c’era il silenzio"
21.00 JU TARRAMUTU (Italia 2010, 89′) di Paolo Pisanelli.
. La notte del 6 aprile 2009 un violento terremoto ha devastato una delle più belle città italiane e il suo territorio, dotato di uno straordinario patrimonio artistico e naturale. Dopo quella notte, L’Aquila è divenuta teatro della politica sia nazionale che internazionale. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha deciso di spostare il summit del G8 nel capoluogo abruzzese per captare l’attenzione e ottenere aiuti internazionali. Per mesi le persone "terremotate" sono rimaste spaesate e totalmente escluse dalle scelte politiche che decidevano il loro futuro. In un periodo di quindici mesi di riprese, il film racconta la città più mediatizzata e mistificata d’Italia, passata dalla rassegnazione alla rivolta attraverso mille trasformazioni, intrecciando storie di persone, luoghi, cantieri, voci e risate di "sciacalli" imprenditori che hanno scatenato la protesta delle carriole, quando ormai il terremoto non faceva più "notizia". Riprendiamoci la città hanno gridato gli abitanti dell’Aquila e si sono organizzati per spalare le macerie, dimostrando la volontà di non rassegnarsi al silenzio, anche se costretti a vivere nelle periferie di una città fantasma.
MER 13 APRILE Norden Zone
21.00 BLEEDER di Nicolas Winding Refn (Danimarca 1999, 98 min v.o. sott. Italiano) Leo e Louise sono una giovane coppia che vive insieme a Copenhagen. Leo è insoddisfatto della sua vita, e quando viene a sapere che Louise è incinta, e dopo aver assistito ad una sparatoria, viene sedotto dalla violenza e comincia una discesa in una spirale di sangue. Non di secondaria importanza, ma senza togliere coerenza alla vicenda principale, la storia di Lenny, commesso cinefilo in una videoteca, e Lea, cameriera in un fast-food Anche qui il regista danese utilizza quei cambi improvvisi di ritmo e di stile, quelle accelerazioni improvvise alle quali ci ha abituati nelle sue altre opere.
GIO 14 APRILE NIHON EIGA – Storia del cinema giapponese 1979-2010
a cura di Ass. cult. Cinema senza frontiere. Serata NAGISA OSHIMA
21.00 MAX MON AMOUR (Giappone, Francia, Usa 1986, 86 ’) di Nagisa Oshima. La moglie di un diplomatico britannico a Parigi passa due ore al giorno in un appartamento subaffittato. Il marito geloso le fa visita, pronto ad affrontare il suo amante, per restare sbigottito nel trovarla in compagnia di uno scimpanzé di nome Max. A questo punto, sarebbe più semplice e meno imbarazzante se questa strana coppia vivesse assieme, con la scimmia a fare la parte dell ’animale “domestico”. In tal modo, il marito potrebbe indagare meglio la natura del rapporto che lega i due. Max però porta scompiglio nel mondo benestante a cui appartiene la ricca famiglia della donna…
Presentazione del volume a cura di Stefano Francia di Celle, "Nagisa Oshima", Il Castoro, 2009
VEN 15 APRILE EBBRI DI CINEMA presentano
[S]pazzi indipendenti, percorsi invisibili alla ricerca del cinema contemporaneo
21.00 Ospiti Matteo "Canesecco" Bruno e Claudio Di Biagio registi del videoclip musicale "Eleonor Rigby" cover dei Beatles ad opera della band About Wayne e il nuovo video della stessa band inedito. Entrambi saranno proiettati in apertura di serata.
21.30 A FILM WITH ME IN IT (Irlanda 2008, 83′) di Ian Fitzgibborn. Mark (Mark Doherty) è un clarinettista e attore di scarso successo. In costante ricerca di lavoro, egli vive con il fratello paraplegico David (David O’Doherty, fratello di Mark anche nella realtà), la fidanzata Sally (Amy Huberman) ed il suo migliore amico Pierce (Dylan Moran), aspirante sceneggiatore che sperpera tutti i suoi averi in scommesse e birra. Mentre Mark e Pierce tentano di trovare la giusta storia per scrivere una sceneggiatura di successo, il loro proprietario di casa, Jack (Keith Allen), continua a fargli pressioni affinché paghino i vari mesi di affitto arretrati, ricattandoli, rifiutandosi di riparare i vari guasti che sembrano affliggere lo scantinato. Una serie di sfortunati eventi fornirà loro vari spunti per un film ai limiti dell’assurdo. Il film è stato presentato ai più importanti festival internazionali, tra cui Edimburgo, Toronto e Istanbul, dove ha vinto il premio speciale della giuria. Nominato a 6 Irish Film and Television Awards (IFTA), tra cui miglior film e miglior sceneggiatura, il film ha perso in tutte le categorie, in favore di Hunger, film di Steve McQueen presentato durante la prima serata della rassegna.
SAB 16 APRILE DETOUR SPAZIO DOC presenta:
Un viaggio nei territori della città più mistificata d’Italia
"C’è una cosa che nessuna tv, nessuna radio può riportare fedelmente: il silenzio. Nei primi giorni dopo il sisma il silenzio era ovunque. Non solo tra le macerie. Le persone andavano in giro come fantasmi. In mezzo alla gente c’era il silenzio, dentro la testa c’era il silenzio"
21.00 JU TARRAMUTU (Italia 2010, 89′) di Paolo Pisanelli. La notte del 6 aprile 2009 un violento terremoto ha devastato una delle più belle città italiane e il suo territorio, dotato di uno straordinario patrimonio artistico e naturale. Dopo quella notte, L’Aquila è divenuta teatro della politica sia nazionale che internazionale. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha deciso di spostare il summit del G8 nel capoluogo abruzzese per captare l’attenzione e ottenere aiuti internazionali. Per mesi le persone "terremotate" sono rimaste spaesate e totalmente escluse dalle scelte politiche che decidevano il loro futuro. In un periodo di quindici mesi di riprese, il film racconta la città più mediatizzata e mistificata d’Italia, passata dalla rassegnazione alla rivolta attraverso mille trasformazioni, intrecciando storie di persone, luoghi, cantieri, voci e risate di "sciacalli" imprenditori che hanno scatenato la protesta delle carriole, quando ormai il terremoto non faceva più "notizia". Riprendiamoci la città hanno gridato gli abitanti dell’Aquila e si sono organizzati per spalare le macerie, dimostrando la volontà di non rassegnarsi al silenzio, anche se costretti a vivere nelle periferie di una città fantasma. -> TRAILER
MAR 19 APRILE DETOUR SPAZIO DOC presenta: ZALAB distribuzione
21.00 IL SANGUE VERDE di Andrea Segre (Italia 2010, 57′) Rosarno, Calabria, gennaio 2010. Gli immigrati africani scendono in strada per manifestare contro chi, dopo averli sfruttati, li minaccia o addirittura li uccide. Hanno paura. Qualcuno non ha il coraggio nemmeno di manifestare: solo il rumore dei petardi gli riporta alla mente la guerra da cui è fuggito, figuriamoci gli spari veri. Ma il governo italiano dice il contrario, afferma pubblicamente che sono loro a far paura e li costringe alla diaspora. Andrea Segre, da sempre sensibile all’appello dei migranti, forse anche per le origini padovane, va a cercarli per restituire loro la parola. Ecco allora i racconti di chi, arrivato in Italia convinto che fosse il paradiso si è ritrovato all’inferno, a dormire per terra, a rischio di congelamento, dopo aver lavorato 10 o 14 ore a raccogliere arance per un euro a cassetta. Le persone che il documentario sceglie di seguire, lungi dall’essere marziani dal sangue di diverso colore, sono uomini istruiti, passati dalla padella alla brace, schiavi che sanno di esserlo, ridotti così dalla crisi dei più ricchi, che non sono nemmeno liberi di tornare a casa, perché non possono certo farlo a mani vuote. Il messaggio è immediato: sembra roba d’altri tempi e di un altro mondo, invece è “cosa nostra” (la ‘Ndrangheta impera), qui e ora. Cinema dell’urgenza ma non per questo della fretta, il lavoro di Segre bada alle immagini quanto alle parole, privilegiando, anche per le prime, la loro natura di documenti, di dimostrazioni, di prova sul banco degli imputati e se un processo non c’è invece ci dovrebbe essere, che il cinema serva anche a questo. Trenta caporali di Rosarno sono stati arrestati, che sia solo l’inizio. (da mymovies)
22.15 MAGARI LE COSE CAMBIANO un film di Andrea Segre, con la fotografia di Luca Bigazzi. Neda è una signora romana di 50 anni. Una “romana de Roma”. Nel senso che è cresciuta negli anni ’60 nel cuore della capitale, a due passi dal Colosseo. Oggi però Neda non vive più nel suo rione. Sta a Ponte di Nona. Nel cuore delle “nuove centralità” alla periferia di Roma. 6 Km oltre il Grande Raccordo Anulare, lungo la Prenestina, oltre 20 km dal Colosseo. Sara, 18 anni, a Ponte di Nona invece ci è cresciuta. Figlia di una pugliese e di un egiziano, è una delle pochissime ragazze di Ponte di Nona che ha avuto la possibilità di studiare al liceo. Dal cuore della borgata periferica, Sara e Neda ci conducono in una sorta di inchiesta spontanea sulle dinamiche di interesse e di potere che segnano le vite quotidiane di migliaia di cittadini come loro: quartieri costruiti senza servizi, senza collegamenti viari, senza luoghi di socialità, senza nessuna manutenzione. Un racconto per non tacere il disagio e la rabbia, che prova a seguire in silenzio le vite, i pensieri, le scoperte di persone meravigliose in difficili terre di periferia, ritratte nelle geometrie vive di un grande fotografo come Luca Bigazzi. “Magari le cose cambiano” è un film sulla dignità di uomini e soprattutto donne che hanno ancora il coraggio di non accettare ingiustizie sociali e guerre tra poveri. Un film lanciato da due nuove realtà produttive libere e indipendenti come ZaLab e Officine, per sfidare l’immobile mercato cinematografico italiano.
MER 20 APRILE DETOUR SPAZIO DOC presenta: ZALAB distribuzione
21.00 COME UN UOMO SULLA TERRA di Andrea Segre, Dagmawi Ymer, Riccardo Biadene. (Italia 2009, 60′) Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi.
22.15 A SUD DI LAMPEDUSA (Italia 2006, 31′) un film di Andrea Segre. I camion che attraversano il deserto del Teneré; le agenzie di viaggio che da Agadez, nel nord del Niger, organizzano i passaggi; ma soprattutto i rimpatri coatti effettuati dalla Libia sotto le pressioni europee. Questo film racconta la faccia nascosta di un’emigrazione di cui noi spesso vediamo solo l’ultima tappa, lo sbarco nell’isola di Lampedusa. Chi sono questi candidati all’emigrazione? Da dove vengono? E soprattutto, perché emigrano? Girato nel deserto del Sahara nel maggio del 2006, “A Sud di Lampedusa” racconta il vissuto di questi africani in fuga dai loro paesi, per scelta, per disperazione o semplicemente per voglia di avventura -E’ difficile viaggiare con questi camion? – Per noi non è tanto difficile, perchè in qualche modo ci siamo abituati. Ma per qualcuno che lo fa per la prima volta, può essere molto difficile. Un camion serve a trasportare merci, non esseri umani… Cittadino nigerino in viaggio attraverso il deserto.
GIO 21 APRILE DETOUR SPAZIO DOC presenta: ZALAB distribuzione
21.00 MAGARI LE COSE CAMBIANO un film di Andrea Segre, con la fotografia di Luca Bigazzi. Neda è una signora romana di 50 anni. Una “romana de Roma”. Nel senso che è cresciuta negli anni ’60 nel cuore della capitale, a due passi dal Colosseo. Oggi però Neda non vive più nel suo rione. Sta a Ponte di Nona. Nel cuore delle “nuove centralità” alla periferia di Roma. 6 Km oltre il Grande Raccordo Anulare, lungo la Prenestina, oltre 20 km dal Colosseo. Sara, 18 anni, a Ponte di Nona invece ci è cresciuta. Figlia di una pugliese e di un egiziano, è una delle pochissime ragazze di Ponte di Nona che ha avuto la possibilità di studiare al liceo. Dal cuore della borgata periferica, Sara e Neda ci conducono in una sorta di inchiesta spontanea sulle dinamiche di interesse e di potere che segnano le vite quotidiane di migliaia di cittadini come loro: quartieri costruiti senza servizi, senza collegamenti viari, senza luoghi di socialità, senza nessuna manutenzione. Un racconto per non tacere il disagio e la rabbia, che prova a seguire in silenzio le vite, i pensieri, le scoperte di persone meravigliose in difficili terre di periferia, ritratte nelle geometrie vive di un grande fotografo come Luca Bigazzi. “Magari le cose cambiano” è un film sulla dignità di uomini e soprattutto donne che hanno ancora il coraggio di non accettare ingiustizie sociali e guerre tra poveri. Un film lanciato da due nuove realtà produttive libere e indipendenti come ZaLab e Officine, per sfidare l’immobile mercato cinematografico italiano.
22.15 CANZONE PER AMINE (Spagna, Francia, Italia 2009, 53′) di Alberto Bougleux, da un progetto di Sophie Lorant e Kouider Zerrouk. Ogni mercoledì, in piazza Addis Abeba ad Algeri, le madri e i parenti dei cittadini algerini scomparsi in carcere negli ultimi 15 anni si riuniscono in protesta davanti alla Commissione Nazionale per la Promozione e la Protezione dei Diritti Umani. Sono ufficialmente 6.146 gli algerini rapiti dall’esercito e dalla polizia durante gli anni della “guerra al terrorismo (1991-…). Sono uomini, donne, anziani e ragazzi, molti di loro accusati ingiustamente di sostenere il terrorismo islamico durante la guerra civile che durante gli anni ’90 dilania il paese, con un bilancio di oltre 200.000 morti. Gli scomparsi sono le vittime del terrorismo di Stato, della tortura e delle esecuzioni extragiudiziarie, con cui i poteri algerini rispondono all’insurrezione dei movimenti islamici armati. Le sparizioni vengono oggi definite “danni collaterali”, per i quali lo Stato si dichiara “responsabile, ma non colpevole”. La Carta per la Pace e la Riconciliazione Nazionale, voluta dal presidente Abdelaziz Bouteflika e sancita con un referendum nel 2005, prevede un indennizzo per le famiglie, che viene di fatto concesso in cambio della rinuncia alla verità sulla sorte degli scomparsi. Canzone per Amine racconta la tragedia delle sparizioni forzate in Algeria attraverso la vita di Nassera Dutour, madre algerina che dopo la sparizione di suo figlio Amine nel 1997, ha dedicato la sua vita alla creazione del movimento delle famiglie degli scomparsi e alla lotta per la memoria, la verità e la giustizia.
VEN 22 APRILE DETOUR SPAZIO DOC presenta: ZALAB distribuzione
21.00 CANZONE PER AMINE (Spagna, Francia, Italia 2009, 53′) di Alberto Bougleux, da un progetto di Sophie Lorant e Kouider Zerrouk. Ogni mercoledì, in piazza Addis Abeba ad Algeri, le madri e i parenti dei cittadini algerini scomparsi in carcere negli ultimi 15 anni si riuniscono in protesta davanti alla Commissione Nazionale per la Promozione e la Protezione dei Diritti Umani. Sono ufficialmente 6.146 gli algerini rapiti dall’esercito e dalla polizia durante gli anni della “guerra al terrorismo (1991-…). Sono uomini, donne, anziani e ragazzi, molti di loro accusati ingiustamente di sostenere il terrorismo islamico durante la guerra civile che durante gli anni ’90 dilania il paese, con un bilancio di oltre 200.000 morti. Gli scomparsi sono le vittime del terrorismo di Stato, della tortura e delle esecuzioni extragiudiziarie, con cui i poteri algerini rispondono all’insurrezione dei movimenti islamici armati. Le sparizioni vengono oggi definite “danni collaterali”, per i quali lo Stato si dichiara “responsabile, ma non colpevole”. La Carta per la Pace e la Riconciliazione Nazionale, voluta dal presidente Abdelaziz Bouteflika e sancita con un referendum nel 2005, prevede un indennizzo per le famiglie, che viene di fatto concesso in cambio della rinuncia alla verità sulla sorte degli scomparsi. Canzone per Amine racconta la tragedia delle sparizioni forzate in Algeria attraverso la vita di Nassera Dutour, madre algerina che dopo la sparizione di suo figlio Amine nel 1997, ha dedicato la sua vita alla creazione del movimento delle famiglie degli scomparsi e alla lotta per la memoria, la verità e la giustizia.
22.15 IL SANGUE VERDE di Andrea Segre (Italia 2010, 57′) Rosarno, Calabria, gennaio 2010. Gli immigrati africani scendono in strada per manifestare contro chi, dopo averli sfruttati, li minaccia o addirittura li uccide. Hanno paura. Qualcuno non ha il coraggio nemmeno di manifestare: solo il rumore dei petardi gli riporta alla mente la guerra da cui è fuggito, figuriamoci gli spari veri. Ma il governo italiano dice il contrario, afferma pubblicamente che sono loro a far paura e li costringe alla diaspora. Andrea Segre, da sempre sensibile all’appello dei migranti, forse anche per le origini padovane, va a cercarli per restituire loro la parola. Ecco allora i racconti di chi, arrivato in Italia convinto che fosse il paradiso si è ritrovato all’inferno, a dormire per terra, a rischio di congelamento, dopo aver lavorato 10 o 14 ore a raccogliere arance per un euro a cassetta. Le persone che il documentario sceglie di seguire, lungi dall’essere marziani dal sangue di diverso colore, sono uomini istruiti, passati dalla padella alla brace, schiavi che sanno di esserlo, ridotti così dalla crisi dei più ricchi, che non sono nemmeno liberi di tornare a casa, perché non possono certo farlo a mani vuote. Il messaggio è immediato: sembra roba d’altri tempi e di un altro mondo, invece è “cosa nostra” (la ‘Ndrangheta impera), qui e ora. Cinema dell’urgenza ma non per questo della fretta, il lavoro di Segre bada alle immagini quanto alle parole, privilegiando, anche per le prime, la loro natura di documenti, di dimostrazioni, di prova sul banco degli imputati e se un processo non c’è invece ci dovrebbe essere, che il cinema serva anche a questo. Trenta caporali di Rosarno sono stati arrestati, che sia solo l’inizio. (da mymovies)
MAR 26 APRILE Erba pantagruélion
21.00 REEFER MADNESS: THE MOVIE MUSICAL di Kevin Murphy (USA 2005, 109 min. v.o. sott. Italiano. Remake dell’omonimo film documentario di propaganda Reefer Madness del 1936. Il film narra la storia di Harper Affair, in cui la vita perfetta del giovane Jimmy Harper si trasforma in una di depravazione e omicidi grazie ad una nuova droga: la marijuana. Durante il suo percorso viene aiutato dalla sua fidanzata Mary e da Gesù stesso.
MER 27 APRILE Erba pantagruélion
21.00 GRASS (v.o. sub engl. 1999 CANADA 80’) di Ron Mann. Marijuana, la droga più controversa del ventesimo secolo. Utilizzando filmati di repertorio e animazioni psichedeliche create da Paul Mavrides, Mann dimostra come le autorità politiche americane abbiano utilizzato questa droga come scusa per mettere al bando giovani e artisti «non allineati».
GIO 28 APRILE NIHON EIGA – Storia del cinema giapponese 1979-2010
a cura di Ass. cult. Cinema senza frontiere
Serata Kinji Fukasaku e Sogo Ishii
20.30 UNDER THE FLAG OF THE RISING SUN (Giappone 1972, 86′, v.o. sott. italiani) di Kinji Fukasaku. Sono passati ventisei anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ma la vedova Sakie Togashi non riesce ancora a darsi pace: vuole scoprire la verità che si cela dietro la morte di suo marito, sergente giustiziato in Nuova Guinea da una corte marziale proprio al termine del conflitto, cui l’esercito rifiuta ancora di concedere qualunque tipo di riconoscimento. Sakie decide così di compiere un’indagine per conto proprio, mettendosi in contatto con i pochi superstiti della compagnia del marito. Ciascuno di loro, tuttavia, riferisce una versione dei fatti completamente diversa dalle altre, facendo disperare alla vedova di poter giungere a una rivelazione chiarificatrice.
a seguire BURST CITY (Giappone 115′, 1982, v.o. sott.italiani) Sogo Ishii. Una Tokyo piombata in un distopico futuro è teatro della ribellione di gruppi di biker punk contro la costruzione di un enorme impianto energetico che dovrà sorgere nella “loro” parte di città. La grande metropoli nipponica è ridotta a una terra desolata, infestata da giovani teppisti violenti e senza futuro. La polizia interviene con forza per placare la ribellione. Seguono vari scontri tra le bande e le forze dell’ordine, il tutto immerso in una quasi ininterrotta e assordante jam session che passa dal punk rock più sfrenato a scazzottate al ritmo di musica ska.
Presentazione di Federico Ercole e Donatello Fumarola.
VEN 29 APRILE EBBRI DI CINEMA presentano
[S]pazzi indipendenti, percorsi invisibili alla ricerca del cinema contemporaneo
21.00 SPARROW (Cina HK 2010, 90′, v.o. sott.italiani) di Johnnie To. Kei è il leader di una banda di borseggiatori (anche detti “Sparrows” a Honk Kong). Insieme ai suoi tre compari vive un’esistenza spensierata e remunerativa. Così agiata da potersi permettere il lusso di dedicare molto tempo al suo hobby preferito: la fotografia. Un giorno, per caso, l’obiettivo della macchina fotografica di Kei si imbatte in una bellissima, misteriosa donna. Così Chun Lei entra nella vita del quartetto di borseggiatori, assoggettandoli al suo volere e convincendoli a rubare una chiave al ricco e potente Yen. Chiave che per lei significa libertà, per i quattro compari solo guai. Grandissimo sperimentatore di nuove commistioni tra i generi (la sua ricchissima filmografia spazia dal wuxiapian al noir, dal melodramma puro alle commedie scanzonate) Johnnie To, folgorato come molti suoi colleghi honkongesi dai gangster/noir americani e dai polar francesi, trasporta nella “polvere” metropolitana di Hong Kong suggestioni ed echi di un cinema lontano.
Introduzione a cura di Sergio Sozzo, caporedattore della rivista SENTIERI SELVAGGI, esperto di cinema di Honk Kong
SAB 30 APRILE Serata Bollywood: cena + commedia musicale
a partire dalle 19.30: cena indiana equo-solidale a cura della Bottega Oasi Urbana
20.30 DON (India 2006, 170′) di Farhan Akhtar. Prendete un film d’azione, di quelli tosti, con sparatorie e inseguimenti e immaginate che, sul più bello di un duello all’ultimo proiettile, i protagonisti si fermino e, sguardo in camera, comincino a ballare e a cantare. Questo è Don. L’action movie alla maniera Bollywood. Don (Shahrukh Khan, forse il più importante attore indiano degli ultimi anni) è uno dei massimi criminali, abilissimo, sanguinario, spietato e imprendibile. Vive con la sua donna, Anita (Isha Koppikar) e un suo compare Narang (un magistrale Pawan Malhotra, il più intenso del film) e prende ordini da uno dei maggiori criminali locali, Singhania, eterno rivale di un altro boss di cui nessuno conosce l’identità, Vardhan. Nel frattempo Roma (Priyanka Chopra) ragazza fatale e abile nella lotta a cui Don ha ucciso le persone a lei care si inserisce nella gang per guadagnare fiducia e attentare al momento opportuno alla vita dell’ uomo e placare quindi la propria sete di vendetta. Ma questo è solo l’inizio di un film strapieno di sottotrame, doppi e tripli giochi, effetti speciali e riprese mozzafiato, donne bellissime (come sempre nei film indiani) e un pizzico di kitch e di umorismo involontario che rendono unico il cinema di bollywood.
Cinema Detour / Oasi Urbana – Via Urbana 107 (NUOVA SEDE) 00184 Roma
www.cinedetour.it – cinedetour@tiscali.it
Ingresso riservato ai soci. tessera annuale + sottoscrizione
IL PROGRAMMA POTREBBE SUBIRE VARIAZIONI
in allegato tutte le date di JU TARRAMUTU

