I circoli aderenti alla FICC possono richiedere alla sede nazionale il documentario per inserirlo nella loro programmazione. Non è previsto nessun costo per la proiezione.
E’ gradito l’invito ai registi a presenziare alle proiezioni, nei limiti dei loro impegni, garantedogli l’eventuale ospitalità.
L’ORA D’AMORE
(The Love Hour)
un film di Andrea Appetito, Christian Carmosino
ITALIA, 2008, colore, HDV, 16:9, 52’
“Ci si chiude in tante prigioni che sono vere e proprie celle, vere e proprie torture; credo che di gente infelice, imprigionata dentro le proprie frustrazioni, le proprie crudeltà, ce ne sia tantissima”
Targa d’argento
3° Festival del Cinema dello Stretto – Messina – Italia
Menzione Speciale
11° International Film Festival on Human Rights DerHumALC – Buenos Aires – Argentina
Miglior Documentario
10° Maremetraggio – Trieste – Italia
Menzione Speciale
2° Documenta Film Festival – Sezze – Italia
Miglior Documentario
4° Overlook Film Festival – Finale Ligure – Italia
Miglior Documentario
3° Visioni Fuori Raccordo Film Festival – Roma – Italia
Miglior Film Seccion La Carcel
4° Cineotro – Festival de Cine Social y Derechos Humanos – Valparaíso – Chile
in Concorso Extra L’altro Cinema – III Festival Internazionale del Film di Roma
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Produzione (production):
Andrea Appetito, Christian Carmosino
e
Dipartimento Comunicazione e Spettacolo – Università degli Studi Roma Tre
Fotografia (cinematography):
Piero Basso,
Ferran Paredes Rubio
Montaggio (editing):
Beppe Leonetti,
Fabrizio Mambro
Suono (sound recordists):
Sandro Ivessich Host,
Alberto Padoan,
Gabriel Vasco Gabrielides Sotiry
Montaggio del suono (sound editing):
Alberto Padoan
Con (with):
Mauro e Gaia Cerci, Deborah Caivano
Fatima Osmanovi?, Laura Fagiani, Carolina Carvallo Martinez
Angelo Verdoni
L’ora d’amore è un film sulle chiusure, sulle barriere profonde che rendono impossibile una relazione amorosa. Per raccontarle si è scelto un luogo dove queste barriere si fanno visibili, insormontabili, e dove l’amore sembra diventare impossibile: il carcere.
La separazione, la solitudine, l’istituzionalizzazione del vivere acuiscono la paura, le insicurezze, il bisogno, la dipendenza, la speranza, il ricatto, l’attesa e una lunga galleria di barriere che restringono e infine chiudono l’orizzonte di una relazione d’amore.
I detenuti intervistati – Mauro, Fatima, Angelo – sono stati già condannati per i reati che hanno commesso: la sottrazione della vita affettiva, della vita sentimentale, della vita sessuale, sono pene aggiuntive, che nulla hanno a che fare con i loro crimini. Si è deciso di non specificare i reati, perché le classificazioni (detenuto per omicidio, detenuto per rapina, detenuto per…) sono soltanto un modo per soddisfare la nostra curiosità, e confermarci in una visione rassicurante del mondo, fatto di liberi “fuori” e detenuti “dentro”. Mentre Deborah, la compagna di Mauro, racconta che da quando lui è dentro anche la sua vita “è reclusa”, e Angelo spiega che a volte si può uscire dal carcere per entrare in una nuova prigione, fatta di convenzioni.

