Intervista integrale a Marco Asunis

Pubblicata integralmente l’intervista al presidente della FICC, apparsa sul n. 2 Gennaio 2012 del SardiniaFF News, sul sito del Cineclub Roma Fedic.

Colloquio con Marco Asunis, Presidente della FICC (Federazione Italiana Circoli del Cinema)

di Francesco Bellu

(intervista completa di quella apparsa sul n. 2 Gennaio 2012 del SardiniaFF News)

  • Che cosa differenzia la Federazione Italiana dei Circoli del Cinema (FICC) dalle altre associazioni culturali?

Bisogna  cercare probabilmente nel profondo della storia di ognuna delle 9 Associazioni di cultura cinematografica, almeno quelle  riconosciute ancora per legge dallo Stato italiano, la differenza che le contraddistingue.  La FICC, essendo stata fondata alla fine del 1947, è stata la prima a nascere, si è caratterizzata per la difesa del cinema italiano contro il monopolio del cinema americano e per le battaglie, in particolare, a favore di un’arte libera contro la censura. C’è un bellissimo libro di Virgilio Tosi, ‘Quando il cinema era un circolo’, che racconta,  in un percorso di memoria che va dal 1945 al ’56, di quanto le  differenze ideologiche del dopo guerra abbiano pesato nel frantumare il mondo dell’associazionismo cultuale cinematografico democratico.

Cosa è cambiato da allora?

Finite le ideologie,  ciò che maggiormente caratterizza la politica culturale della FICC oggi è il fatto di mettere  al centro dell’universo cinema  ‘il pubblico’ , considerato il  principale soggetto dello scambio culturale e portatore in sé di precisi e specifici diritti. A Tabor, nel 1987, nella vecchia Cecoslovacchia, la International Federation of Film Societies, con l’allora presidente italiano Carlo Lizzani, deliberò in un decalogo la  ‘Carta dei Diritti del Pubblico’. Ciò ha attivato una pratica comune dei circoli FICC, dove ogni opera filmica viene considerata  funzionale alla crescita autoformativa e critica del proprio pubblico di riferimento; da qui la particolarità del dibattito dopo il film con i suoi metodi e le sue pratiche democratiche, coinvolgenti e partecipative. A differenza di Nanni Moretti, con tutto il rispetto possibile, la FICC è per… ‘il dibattito, sì!’. In sostanza, credo sia  l’aspirazione e la formazione di un ‘nuovo pubblico’ attivo e creativo a caratterizzare l’impegno volontario dei circoli e degli operatori culturali della FICC, in cui il cinema diventa strumento collaterale ma funzionale nella propria azione culturale. E’, per quanti dovessero arricciare il naso, una pratica formativa fortemente piacevole,  concreta e aggregante. Non sarebbe nato un nuovo circolo FICC a Tarvisio l’ultimo giorno dell’anno, né un altro ancora sarebbe sorto a Cagliari due giorni dopo, se non ci fosse l’idea che è possibile crescere e migliorarsi insieme attraverso il cinema.

 

  • Qual è oggi la responsabilità dell’operatore culturale e quali sono i suoi limiti?

La responsabilità può essere pari a quella di un insegnante che lavora per formare i suoi studenti e, più in generale, a  quella di chi vuole considerarsi classe dirigente e che intende trasformare la società in meglio attraverso lo strumento della cultura, dell’autoformazione, della conoscenza e dell’analisi critica con il cinema e gli audiovisivi in generale. Rispetto a questo affascinante orizzonte sociale, in una fase storica in cui la scuola è stata irrisa e vilipesa in questi ultimi decenni ed in un momento di vuoto e di sconforto se si guarda alla politica, le responsabilità e i limiti degli operatori culturali sono entrambi enormi. Avere questa consapevolezza di dover agire all’interno di questi spazi fortemente destrutturati, è già di per sé un modo per affrontarli e superarli, aiutando per quel che è possibile anche scuola e politica, ad esempio, a riattivare il loro vero ruolo.

  • E’ attuale la distinzione in nove associazioni?

Forse  non è più attuale, ma è sempre necessaria. Ognuna delle nostre Associazioni rappresenta dei mondi e delle specificità che vanno salvaguardati. E non mi riferisco solo alla semplice e schematica  suddivisione ancora esistente tra Associazioni cattoliche e no. Anzi, direi che ci sono delle affinità particolari tra alcune nostre Associazioni che prescindono da questa divisione. E’ stato quasi naturale in questi anni per la FICC avere, in particolare con la FEDIC e il CGS, dei momenti comuni di collaborazione e lavoro. Cosa che ha prodotto un arricchimento reciproco. Posso dire che tra tutte le Associazioni c’è alla base un idem sentire de re publica, ma ci occupiamo di settori diversi dello stesso campo.  Troverei deleterio, sulla base di semplici affinità culturali, pensare a delle fusioni. Le fusioni a freddo, la politica ce lo ha insegnato, hanno poca presa col tempo. Salvaguardare peculiarità culturali e storia delle nostre Associazioni significa anche mantenere un forte patrimonio ideale e identitario  fondamentali  per il nostro paese. Guai a sperperare e dilapidare questo patrimonio.

  • Ritieni utile un convegno sull’associazionismo culturale, cosa ne potrebbe scaturire?

Mah! Intanto, credo sia sempre utile parlarsi e confrontarsi. Il pregiudizio nasce sempre dalla non conoscenza dell’altro. Questo vale per gli uomini e anche per le nostre Associazioni. Un convegno su di noi, sulle nostre prospettive, sul nostro ruolo nella società odierna, sarebbe certamente benvenuto. La crisi generale e i problemi fortissimi sorti con i tagli finanziari da parte del Ministero, non ci hanno visto reagire come un sol uomo. Questo non è stato un bene. Troppi cincischiamenti e ritardi. Oggi, le difficoltà comuni ci impongono ancor più di ieri di stare tutti più vicini per rispondere al meglio a chi non considera la cultura questione centrale per l’uomo. Ci sono in gioco valori fondamentali per il futuro della nostra società. Avere come obiettivo l’analisi della situazione e il superamento delle difficoltà generali, può certamente giustificare l’impegno di un momento utile sul quale confrontarsi e lavorare. Come FICC siamo disponibili per un confronto che serva ad affrontare tutti insieme  la dura realtà che abbiamo di fronte.

http://www.cineclubromafedic.it/articoli/534-colloquio-con-marco-asunis-presidente-della-ficc-federazione-italiana-circoli-del-cinema.html

Torna in alto