Il 2 settembre nell’ambito della Mostra d’Arte Cinematografcia di Venezia, la Fedic organizza il Forum a cui partecipa anche Marco Asunis Presidente FICC. Leggi l’intervento.
69a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Spazio Incontri Venice Film Market – Hotel Excelsior, 3° piano – Lido di Venezia
Domenica 2 settembre 2012 – 15.00/17.00
FORUM FEDIC – FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINECLUB
IL FUTURO DEL CORTO D’AUTORE
a cura di Paolo Micalizzi – FediCinema
INTERVENTI
GUARDIAMO AL FUTURO CON L’ATTENZIONE CHE MERITA
Massimo Maisetti – Presidente Fedic
IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO DEL FUTURO. IL RUOLO DEI TERRITORI
Davide Bracco – VicePresidente Nazionale Italian Film Commissions
UN PROGETTO DI DISTRIBUZIONE
Paolo Minuto – Presidente Cineclub Internazionale Distribuzione
PROSPETTIVE PER UN PROGETTO COMUNE : CIRCUITAZIONE FEDIC, LA FICC E IL NUOVO PUBBLICO
Marco Asunis – Presidente FICC
Parteciperanno
Rappresentanti delle Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica e delle Italian Film Commissions, autori, produttori, distributori, operatori culturali, giornalisti, rappresentanti di Enti Istituzionali, della Biennale, di Cineteche e di Festival dedicati al cortometraggio.
Per informazioni : Paolo Micalizzi – cell.:347/8271421
18° Forum FEDIC alla Mostra di Venezia
Guardiamo al futuro con l’attenzione che merita
di Massimo Maisetti – Presidente FEDIC
Dal 1949 la FEDIC svolge un’attività diversa dalle altre Associazioni di Cultura cinematografica, sempre impegnata nella promozione delle opere di breve durata a sostegno degli autori indipendenti.
Il 5 settembre 2009, celebrando il 60° anniversario della Federazione, il 15° Forum Fedic ha guardato al futuro del cortometraggio chiedendo ai presenti Quale ruolo ha avuto in passato e quale ruolo potrebbe avere oggi e in futuro l’autore indipendente. Memorabili furono le partecipazioni e gli interventi di Luigi Cuciniello, direttore organizzativo della Mostra di Venezia, Ugo Baistrocchi, direttore amministrativo presso la Direzione generale per il Cinema, Roberto Barzanti, presidente de "Le giornate degli autori", Massimo Sani, regista e autore Fedic di antica data, Franco Mariotti, giornalista e operatore culturale, Italo Moscati, critico cinematografico e regista, Bruno Torri e Laura Delli Colli, rispettivamente presidenti dei Sindacati Nazionali Critici Cinematografici e Giornalisti Cinematografici Italiani, Ernesto G. Laura, ex direttore della Mostra di Venezia, regista e critico cinematografico, con i critici Morando Morandini, Paolo D’Agostini, Angelo Zanellato e Paolo Speranza.
Dal 1995 il Forum organizzato dalla Fedic nell’ambito della Mostra di Venezia, sempre a cura di Paolo Micalizzi, ha richiamato l’attenzione sui problemi legati a Il futuro del cortometraggio.
I temi proposti di anno in anno sono stati impostati tenendo sempre conto delle tante problematiche da esaminare e contribuire a risolvere. Cito soltanto alcune delle iniziative proposte, da I Corti d’autore: quando, dove e come vederli, a Il corto per una cultura sociale e politica, Il corto per l’ambiente, Il corto per uno sviluppo sostenibile. Importante é stato il Forum Fedic del 5 settembre 2011, per essere stato un’ottima premessa all’incontro di quest’anno, grazie al tema La circuitazione dei cortometraggi Fedic nelle sale dell’Associazionismo cinematografico.
Da parte mia ho come sempre tenuto a sottolineare l’attività che la Fedic svolge a sostegno della cultura cinematografica e della produzione degli autori indipendenti, e l’impegno a favore del cinema di qualità, del cinema libero e dell’educazione all’immagine. Più che mai opportuno ed interessante è stato l’intervento di Marco Asunis, Presidente della Federazione Italiana Circoli del Cinema, teso a rimarcare come la difficile situazione attuale imponga alle Associazioni di Cultura cinematografica l’esigenza di un’azione comune e sinergica per affrontare insieme le problematiche incombenti. Gli sono due volte grato perché riprende e approfondisce il tema nella sua relazione di quest’anno: Prospettive per un progetto comune: circuitazione FEDIC, la FICC e il nuovo pubblico. Ringrazio anche Silvio Maselli, Presidente nazionale dell’Italian Films Commissions e il Vice Presidente Davide Bracco, che affronterà il tema Il cinema e l’audiovisivo del futuro. Il ruolo dei territori, riguardando i finanziamenti a cortometraggi e documentari, e allargando il discorso al ruolo di questi nuovi organismi. Un progetto di distribuzione è poi quello presentato da Paolo Minuto, noto Presidente del Cineclub Internazionale Distribuzione, per un’opportuna verifica dei rapporti attuabili con la FEDIC.
Finanziamenti, distribuzione, circuitazione sono i temi che ribadiscono il nostro interesse per il corto d’autore ed offrono la possibilità a tanti talenti, fra i quali alcuni passati al cinema professionale, di rendere visibili le loro opere. Il Forum Fedic invita come ogni anno personalità, operatori culturali, registi e autori a condividere oggi l’attenzione per le nuove realtà, costituite sia dalle Film Commissions che da una ragionevole distribuzione e circuitazione del cortometraggio.
L’obiettivo è la promozione delle opere di breve durata per un sostegno agli autori indipendenti. Non a caso Italo Moscati afferma che “indipendente significa non tanto autore, quanto persona che non si rassegna, non abbozza, non pensa per entrare nei circuiti in cui fra politica e interessi viaggia la pratica dell’opportunismo”.
La FEDIC deve guardare al futuro con l’attenzione che merita.
Massimo Maisetti Presidente FEDIC
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PROSPETTIVE PER UN PROGETTO COMUNE: CIRCUITAZIONE FEDIC, LA FICC E IL NUOVO PUBBLICO
L’intervento di Marco Asunis – Presidente della FICC
Ringrazio a nome della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema (FICC) gli amici della FEDIC per questo gradito invito, che ci dà l’opportunità di ragionare su aspetti importanti della nostra attività. A cominciare da quelli che ci proponeva il nostro caro amico Massimo Maisetti, presidente della FEDIC. Appunti, così li ha definiti, che si sono chiusi con una sorta di imperativo tutto interno, rivolto alla sua Federazione, alla FEDIC, di guardare al futuro con la massima attenzione!!!
Io penso che sia questo un obbligo non solo della FEDIC, ma di tutti coloro che credono, lavorano e lottano affinché il cinema continui ad essere lo strumento straordinariamente più efficace e intrigante per l’uomo, per raccontare di sé, comunicare idee e storie della realtà che vive. Aggiungerei che il futuro, quello che tutti noi abbiamo davanti, mai così incerto e carico di precarietà e angosce, soprattutto per le nuove generazioni, lo si debba guardare con attenzione e con la giusta preoccupazione. Avendo la capacità di andare in profondità, non solo in termini metaforici, magari fino a 400 mt sotto il livello del mare, in una miniera del Sulcis in Sardegna, per capire le ragioni che inducono oggi 120 minatori a barricarsi con quintali di esplosivo per difendere il proprio posto di lavoro. E’ solo un esempio dei tanti che oggi la nostra realtà sociale propone sul versante della crisi in atto. Vorrei dire con questo che la nostra azione culturale dovrebbe essere strettamente collegata alla realtà che ci circonda, con una visione che non può essere né strettamente individualistica né tanto meno catastrofica.
Cioè, quel che dobbiamo provare a costruire, qui ed ora, nella nostra non piccola dimensione associazionistica, sono percorsi aggregativi che rispondano costruttivamente alle incertezze dei nostri tempi e che riaffermino un ruolo importante dell’associazionismo culturale cinematografico nella società e nell’ambito più generale del nostro sistema democratico.
Ecco perché apprezzo molto quanto la FEDIC sta facendo, mettendo a confronto ambiti distinti del sistema cinema, per provare a relazionarli tra loro, a farli confrontare, a misurarne le distanze e a verificare se possono esserci punti o addirittura strategie comuni per rispondere ad una crisi, che non è solo economica e che non risparmia nessuno. O, per meglio dire, non risparmia il grosso della nostra società! Perché ancora c’è chi continua ad arricchirsi anche in questa situazione.
In questo senso, il tema principale del confronto di oggi – quello riferito a quali prospettive e quale futuro può attendere il corto d’Autore – solo apparentemente richiama un interesse specifico, cioè quello del mondo autoriale. E’ invece, se ci pensiamo bene, un tema che trascina in sé altre questioni decisive del sistema della comunicazione cinematografica più generale. Questioni che riguardano l’attività complessiva dell’associazionismo culturale cinematografico, comprese quelle riferite alla produzione filmica e alla stessa distribuzione, oltre naturalmente a quelle più proprie come la formazione e l’educazione all’immagine del pubblico.
Difatti, in questa epoca della comunicazione, lo stesso lavoro culturale e organizzativo con il pubblico delle Associazioni di cultura cinematografica si sta caratterizzando, sempre di più, con iniziative e attività che si rivolgono alla produzione e alla stessa distribuzione.
Ne sono una prova, tanto per fare qualche esempio e stare dentro casa, il progetto del ‘Cineclub Internazionale Distribuzione’ di cui ci ha parlato il Presidente Paolo Minuto, docente e operatore culturale e già Presidente della FICC e della stessa International Federation of Film Societies (IFFS), l’organizzazione internazionale che raggruppa i Circoli del Cinema sparsi in tutti i continenti della terra. La stessa Federazione internazionale si è fatta promotrice di un progetto di distribuzione cinematografica indipendente chiamato significativamente CINESUD, avviando una libera circolazione dei film del mondo autoriale internazionale con tematiche nel complesso fortemente sociali, indirizzate in particolare ai circoli del cinema e alle associazioni culturali senza scopo di lucro.
Ma lo stesso approccio diretto alla realizzazione dei film, grazie anche alla economicità e praticità dei nuovi strumenti in digitale, sta coinvolgendo sempre di più il mondo dell’associazionismo culturale cinematografico, non solo quello della FEDIC che già lo fa storicamente. Potremmo dire per certi versi che siamo davanti a forme di un processo culturale in cui il pubblico riesce perfino a diventare Autore, appropriandosi dei mezzi di produzione per rilanciare le sue storie, la sua propria visione del mondo. Riflettiamoci bene, in questi ultimi decenni, grazie a questo nuovo processo produttivo cinematografico, quante storie locali e quante problematiche di diverso genere, ad esempio, sono state realizzate da questi nuovi autori?
Tutto ciò deve far parte delle nostre riflessioni. Il futuro del corto d’Autore, ma anche del documentario, non può che continuare a svilupparsi legandosi con la realtà viva che ci circonda, con la storia e la memoria delle comunità, con la vita e le aspirazioni delle persone.
E’ un processo, quello in essere, che ha davanti a sé un’enorme prateria. Un nuovo sviluppo dell’azione dell’associazionismo che potrebbe in tempi brevi coinvolgere gli stessi interessi dell’attività complessiva delle Film Commission, aprendo scenari nuovi e interessanti nel rapporto che può nascere tra le stesse Film Commission e il mondo variegato ed esteso dell’associazionismo culturale cinematografico.
E’ bene precisare che in questo quadro, il punto di vista della FICC rispetto a una ipotetica idea di Cinema visto come una sorta di sistema copernicano, sia fondamentale mantenere fermo il principio secondo cui il Sole, attorno al quale ruotano i pianeti, non possa che continuare ad essere il pubblico. E affermando questo non intendo deprezzare e diminuire il ruolo e la funzione degli autori e il valore in sé dell’arte cinematografica. Tutto il contrario!
Non può esserci una evoluzione sul piano artistico del mondo autoriale, un futuro dell’arte cinematografica qualitativamente più alta, senza una forte domanda alla fonte e uno sviluppo culturale e critico del pubblico. E’ il pubblico che crea la domanda! Senza la luce e il calore del sole tutto il sistema solare non girerebbe e morirebbe. Questo dovrebbe valere anche per tutta l’industria cinematografica. I processi culturali in atto troppo spesso tendono invece a modellare il pubblico rispetto al prodotto, per altri fini e per altri obiettivi.
Ecco perché dal nostro punto di vista è importante comprendere anche a quale pubblico si pensa e per quale pubblico si deve lavorare. La FICC non lavora per un pubblico indistinto, ma per il ‘nuovo pubblico’ dei non privilegiati sul piano sociale e culturale. L’idea del ‘nuovo pubblico’ deve riguardare l’idea della nascita di un soggetto consapevole che può autorganizzarsi e lottare per smantellare una gabbia propensa a chiudere una società mediaticamente sfruttata e coercizzata dai mezzi di comunicazione di massa. Il cinema, come la stampa e la televisione, è un mezzo di comunicazione di massa!
Il futuro del corto d’Autore, ma del Cinema più in generale, non può che raccordarsi anche con lo spirito di una crescita culturale ed etica del ‘nuovo pubblico’. Non può che raccordarsi, cioè, con l’idea che lo stesso Cinema nella sua essenza possa risultare strumento autoformativo e di crescita critica per un Movimento del pubblico che provi a difendere e imporre i propri diritti.
In questo senso, la ‘questione del pubblico’ diventa un approccio di politica culturale fondamentale delle nostre Associazioni, per un’idea di sviluppo e di crescita formativa della nostra società.
Ecco perché è importante anche in questa occasione soffermarsi su questioni decisive, che riguardano il tema del rapporto pubblico – autori e nuove forme di distribuzione autonome e indipendenti, che si stanno imponendo nel sistema distributivo e che possono fungere da cerniera tra il ‘nuovo pubblico’ e il corto autoriale.
A fine giugno a Sassari, organizzato dal Cineclub della FEDIC della città sarda, si è svolto un importante incontro tra le nove Federazioni, che hanno avuto modo di approfondire molte di queste questioni, in un clima in cui pesava forte ancora l’assenza delle scelte di finanziamento del FUS da parte del MiBAC.
Grazie alla regia degli amici di Sassari, del Presidente del VII Sardinia Film Festival Angelo Tantaro, del presidente del Cineclub Carlo Dessì, di Paolo Micalizzi, tutte le nove Associazioni nazionali di cultura cinematografica si sono riunite attorno ad un tavolo per discutere del futuro dell’associazionismo e dell’impegno dell’operatore culturale, in un’epoca così complicata e difficile in cui non poche sono state le volte in cui perfino le stesse Istituzioni pubbliche hanno teso a mettere al rogo la cultura perché ‘non dà da mangiare’.
Appena due mesi fa, in quella occasione, di fronte ai tanti problemi, le 9 Associazioni hanno sottoscritto un importante documento che traccia una visione e una linea di politica culturale comune. E’ emerso da questo confronto un fronte compatto teso ‘a difendere anzitutto il valore della cultura cinematografica, dell’istruzione e della formazione, considerandoli ‘bene comune’ fondamentale per la qualità della vita e per la crescita democratica della società.’. Recita il documento che per difendere ciò, il compito dell’associazionismo non può che essere un compito ‘generale che deve svilupparsi anche attraverso il raccordo con il mondo autoriale e della distribuzione cinematografica indipendente, per attivare politiche più rispondenti agli interessi di un pubblico che si vuole sempre attivo e critico.’. Per questa ragione diventa per noi molto importante ‘continuare a lavorare con il mondo della scuola per un’azione pedagogica tesa alla formazione delle giovani generazioni.’
E’ particolarmente su questi passaggi che il futuro del corto d’Autore può avere il suo migliore sviluppo e la sua massima esplicazione.
Sono questi alcuni presupposti essenziali che hanno impegnato tutte le nove Associazioni a riaffermare il lavoro culturale verso l’autoformazione del pubblico e per la difesa dei suoi diritti, a cominciare da quelli sanciti dalla ‘Carta dei diritti del pubblico’ approvata nel 1987 nella ex Cecoslovacchia, a Tabor, nel congresso della Federazione Internazionale dei Circoli del Cinema, che è sempre utile e opportuno riproporre, far conoscere e divulgare.
L’incontro di Sassari ha ribadito ancora con forza l’esigenza di ‘contrastare da subito vecchie e nuove tendenze di politica culturale da parte delle Istituzioni che ne stanno avvilendo il ruolo attraverso pesantissimi e ingiustificati tagli dei finanziamenti pubblici’, con ricadute tali da mettere a rischio posti di lavoro per centinaia di migliaia di lavoratori della cultura e dello spettacolo, come sta avvenendo per quelli dello storico polo cinematografico di Cinecittà, la cui scomparsa è inimmaginabile sul piano della storia e della memoria collettiva riferita al cinema italiano e non solo. Lo stesso identico discorso vale per il Centro Sperimentale di cinematografia o per l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e altre importanti Istituzioni culturali che oggi stanno agonizzando.
L’impegno conclusivo emerso in Sardegna è quello di una volontà collettiva per ‘dare slancio unitario al ruolo e all’attività culturale delle Associazioni anche attraverso iniziative comuni’. Tale impegno ha un valore di grande rilievo se perseguito con convinzione e coerenza.
Il lavoro progettuale comune già in essere tra la FICC e la FEDIC vuole avere questo orizzonte. Un lavoro che mette insieme la FICC e la FEDIC e che nasce proprio sul versante della valorizzazione del corto d’Autore. Difatti, a seguito di un accordo, dal mese di Ottobre saranno messe in circolo, appunto, nei Circoli del Cinema della FICC diverse opere filmiche presenti nella Cineteca FEDIC. Vogliamo valorizzare insieme un patrimonio straordinario di opere di autori FEDIC per una visione critica e per la crescita di un ‘nuovo pubblico’.
Con Massimo Maisetti abbiamo voluto sottolineare questo impegno comune, realizzando e firmando in modo congiunto l’introduzione del catalogo dei film intitolato ‘Autori FEDIC di ieri e di oggi’; 23 film scelti e presentati da Paolo Micalizzi e Marino Borgogni che potranno essere visti e discussi anche con gli autori nella rete dei circoli FICC. E’ un primo passo verso la ricerca di azioni comuni tra le Associazioni, che devono poggiare su quanto di meglio è nella loro storia e nel loro patrimonio ideale e culturale.
Con questo obiettivo, strumenti come l’AICA (l’Associazione per Iniziative Cinematografiche e Audiovisive) potrebbero essere riattivati per una funzione aggregante e per un lavoro unitario delle stesse Associazioni. L’AICA., che per diversi anni ha realizzato il progetto speciale “Cantiere Italia” promuovendo film italiani ed europei, pubblicando la “Guida dei Circoli di cultura cinematografica” e organizzando il I Forum Nazionale delle Associazioni, ha rappresentato un punto di riferimento importante. E’ stata questa una esperienza interassociativa importante che ha lasciato il segno, nata grazie alla volontà e all’intuito del mai dimenticato Riccardo Napolitano della FICC, che intendeva rilanciare così il ruolo delle Associazioni e dare sviluppo alla “Carta dei diritti del pubblico”.
In un mondo che cambia vorticosamente ed in un sistema della comunicazione che continua a trasformarsi, abbiamo la necessità di nuove riflessioni e di unire le forze per poter dare risposte più rispondenti alla crisi in atto, crisi non solo economica ma anche politica, culturale e morale. Abbiamo bisogno di uno scatto in avanti del nostro sistema economico e sociale, di un rilancio della politica e di un riassestamento del sistema democratico e partecipativo, in cui la Cultura rioccupi il posto che le compete rispetto ai disvalori del malaffare di questi ultimi decenni.
Dobbiamo trovare le energie in noi stessi e nelle nuove generazioni che devono recuperare fiducia ed il senso più positivo del loro futuro e della speranza.
Questo è il nostro auspicio e l’impegno che vogliamo come FICC mettere in campo, che riguarda certamente le prospettive dei corti d’Autore, ma riguarda soprattutto la crescita di un ‘nuovo pubblico’ e, perciò stesso, di una nuova società, per i quali tutto l’Associazionismo culturale cinematografico dovrà in modo convinto e coerente battersi fino in fondo.
Marco Asunis (presidente FICC)
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Angelo Tantaro del Cineclub Roma Fedic commenta l’intervento di Asunis
Caro Marco,
Ho letto, con partecipazione, il tuo contributo per il Forum che si è tenuto a Venezia il 2 settembre scorso.
Ti ringrazio per aver evidenziato, in maniera efficace, il nostro comune interesse verso il cinema e l’associazionismo come ti ringrazio per la citazione sul convegno organizzato a Sassari il 29/30 giugno scorso.
E’ giustissimo il tuo avvertimento a non dimenticare che la nostra azione culturale deve essere sempre riferita alla realtà che ci circonda e ho apprezzato il richiamo agli operai asserragliati nei pozzi del Sulcis. E’ espressione di vicinanza e solidarietà da parte del mondo dell’associazionismo di cultura cinematografica ai dannati della terra. Siamo impegnati proprio per questo nello sviluppo e crescita formativa della società. Solo così abbiamo motivo di esistere. Non possiamo parlare di cinema di impegno se poi trascuriamo, come da te ricordato, i lavoratori della cultura e dello spettacolo come per esempio i lavoratori di Cinecittà, del Centro Sperimentale e dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
La nostra presenza non deve essere mai svincolata dall’impegno del rilancio della politica e deve contribuire alla riorganizzazione e rispetto del sistema democratico
E’ anche per questo che non crediamo nel cinema di evasione perché educa solo alla resa.
Angelo Tantaro (presidente del Cineclub Roma Fedic e del VII SardiniaFilmFestival)

