FESTIVAL DELLE SCRITTURE CINEMATOGRAFICHE

Dal 12 al 16 dicembre torna al Pigneto il Festival delle Scritture Cinematografiche, ideato e organizzato da Alphaville Cineclub. Quest’anno, la nona edizione è incentrata sul tema “Cinema e fotografia”.

ALPHAVILLE CINECLUB
Roma, Via del Pigneto, 283


FESTIVAL PIGNETO 012
DELLE SCRITTURE CINEMATOGRAFICHE 9 ^ EDIZIONE

12 /16 dicembre ‘012


 

Arriva il Festival delle scritture Cinematografiche Pigneto 2012-prima parte, nuovo imperdibile appuntamento ideato e realizzato da Alphaville Cineclub e giunto già alla sua 9° edizione!

In programma dal 12 al 16 dicembre prossimi grazie alla partecipazione della Regione Lazio e con il patrocinio del Municipio 6, Alphaville propone cinque giornate teoriche dedicate alle scritture per il cinema, siano esse soggetti, sceneggiature, trattamenti,immagini, ma anche libri , saggi, articoli , tutti alla presenza degli autori, corredate da proiezioni ed incontri con i protagonisti delle opere selezionate.

Per la prima parte di questa nuova edizione del Festival sarà proprio la sede storica di Via del Pigneto 283 ad accogliere gli ospiti ed a proporre proiezioni e workshop liberi durante le cinque giornate d’apertura.

Sarà invece compito della seconda parte del Festival ,prevista con nuovi ospiti e nuovi incontri per marzo 2013 ,rispettare e rinnovare la peculiarità di questo evento sin dalla prima edizione e cioè il suo carattere itinerante: il 2013 vedrà, tra i luoghi del Pigneto in cui sarà possibile assistere alle proiezioni ed incontrare gli autori, oltre naturalmente alla sede di ALPHAVILLE CINECLUB in Via del Pigneto 283, la Biblioteca Goffredo Mameli, il Centro Anziani di Via de Magistris (già noto ai cinephile per le serate estive della Mini Arena Pigneto) ed alcuni spazi artistici di nuova generazione.

Tema di questa edizione del Festival è il rapporto strettissimo tra cinema e fotografia .

Del resto il cinema non esisterebbe senza la precedente invenzione della fotografia, eppure la fotografia dipende enormemente dal cinema con cui ha scambiato tecniche narrative, ispirazioni estetiche, uso della luce, evocazioni di atmosfere. Questi due linguaggi hanno avuto ed hanno tuttora un eccezionale scambio ormai pluridecennale che ha prodotto e produce stimoli interessantissimi alla creatività dei registi ed ispirazione al lavoro dei fotografi. In più – nell’ultimo periodo – le apparecchiature tecniche utilizzate si assomigliano sempre più fino – in molti casi – a diventare la stessa “camera” digitale capace di realizzare con obiettivi intercambiabili immagini fisse e in movimento. Grandi registi sono nati fotografi o hanno la fotografia come passione, grandi fotografi sono stati o sono diventati registi: basti pensare a Tornatore e Wenders o dall’altra parte a Cartier-Bresson e Corbjin per fare esempi distanti nel tempo. Entrambi questi linguaggi poi hanno uno stretto legame con la letteratura, da cui traggono idee, soggetti, sceneggiature, atmosfere e scambiano interpretazioni, complicità, visioni del mondo. “Per il fotografo il cinema è sempre l’immagine che viene dopo, un modo particolare di definire la progressione ma anche la differenza tra immagine fissa e in movimento”( Henri Cartier-Bresson).

Fondamentale dunque il ruolo del direttore dalla fotografia, senz’altro il collaboratore più importante del regista, un tecnico altamente specializzato capace di saper indicare, attraverso il suo ‘mestiere’, una espressività ed una cifra stilistica propria del suo temperamento artistico, nel pieno rispetto ed in connubio con il regista insieme al quale collabora di volta in volta.

Tre sono i principali compiti del direttore della fotografia : illuminare, inquadrare, regolare il diaframma,a cui va aggiunta la capacità di collaborare con l’intera equipe cinematografica; per Vittorio Storaro, direttore italiano della fotografia tra i più importanti in questa professione e vincitore di tre premi Oscar: "L’autore della fotografia esprime una creatività del tutto personale, che certo si concilia a un’orchestrazione più ampia diretta dal regista, ma che si specifica e connota proprio a partire dalla capacità di un autore d’imprimere nell’opera un tratto del tutto personale ed ideativo" e precisa,"Chi decide la composizione dell’immagine? Certo lo spazio è deciso dal regista, certo lo spazio è riempito da quel numero di coautori, come lo scenografo, il costumista, il montatore, l’attore, eccetera, ma chi dà il modo di vedere, credo sia essenzialmente colui che in questo momento chiamiamo direttore della fotografia". Per Abel Gance: "Il Cinema è la musica della luce", con la fotografia si dà senso e rilievo agli spazi, in altezza, in larghezza, e nella profondità attraverso giochi di luci ed ombre conferendo l’atmosfera a tutta l’opera; ma la fotografia è anche tutto ciò che concerne l’immagine e la composizione dell’inquadratura. Per Louis Delluc: "Il Cinema è pittura in movimento". Per Vsevolod I. Pudovkin, "Un attore non illuminato non esiste nella macchina da presa", Per Federico Fellini "Il film si scrive con la luce" e se lo stile di un autentico cineasta si esprime con la luce, la fotografia di un film allora è la regia della luce!

Si parte dunque mercoledì 12 con la proiezione di L’infernale Quinlan, capolavoro del 1958 diretto ed interpretato da Orson Welles, maestro indiscusso del cinema moderno, che affidò la direzione della fotografia a Russel Metty. Mike Vargas, poliziotto messicano, si trova in luna di miele con la moglie Susie. I due assistono per caso alla morte di un facoltoso imprenditore. Il capitano Quinlan è chiamato ad indagare sul caso e lo stesso Vargas prenderà parte alle indagini…

Appuntamento da non perdere giovedì 13! In questa serata, infatti, sarà presente Franco Di Giacomo, direttore della fotografia che ha partecipato a più di 80 film dagli anni Sessanta fino ad oggi e che ha collaborato con autori tra i più necessari del nostro cinema, dai fratelli Taviani a Marco Bellocchio, da Nanni Moretti ad Ettore Scola e Bernardo Bertolucci. Egli ci introdurrà al film La notte di San Lorenzo, diretto nel 1982 da Paolo e Vittorio Taviani. Estate 1944: il paese di San Martino è nel bel mezzo della guerra di Resistenza. All’approssimarsi delle truppe alleate, i tedeschi ordinano a tutta la popolazione di riunirsi nel duomo, ma un gruppo di uomini, donne e bambini, presagendo una trappola, decide di fuggire nel cuore della notte.

La serata di venerdì 14 avrà inizio alle ore 20:00, quando avrà luogo un workshop libero avente come tema la fotografia nel cinema e che vedrà come tutor Patrizia Salvatori e Giuseppe Palazzolo. Si continua, alle ore 21:45, con la visione di La scala a chiocciola, diretto nel 1946 da Robert Siodmak, per la fotografia profondamente espressionista di Nicholas Musuraca. Tratto dall’omonimo romanzo di Ethel Lina White, il lungometraggio racconta la vicenda di Helen Capel, governante muta presso la famiglia Warren e potenziale vittima di un pericoloso serial killer che uccide giovani donne che hanno un handicap fisico.

Sabato 15 sarà ospite dell’evento il direttore della fotografia Alessandro Pesci, vincitore del Nastro d’argento alla migliore fotografia per Habemus Papam di Nanni Moretti e candidato al David di Donatello per la miglior fotografia per N di Paolo Virzì e Caos Calmo di Antonello Grimaldi. Il lungometraggio da lui introdotto sarà Il dolce e l’amaro, diretto nel 2007 da Andrea Porporati e presentato in concorso alla 64° Mostra del Cinema di Venezia. Saro, figlio di un delinquente siciliano, viene introdotto dal suo padrino alla vita malavitosa. Sveglio e intelligente, riesce in poco tempo a diventare un cosiddetto “uomo d’onore”. Questo, però, susciterà invidie da parte di chi gli sta vicino.

Il Festival si concluderà domenica 16, serata in cui sarà presente il direttore della fotografia Sergio Salvati, storico collaboratore del regista ‘di genere’ Lucio Fulci. Egli ci introdurrà alla visione del lungometraggio diretto nel 1977 dallo stesso Fulci: Sette note in nero. Virginia, giovane moglie veggente di un nobile, scopre, grazie ad una visione, il cadavere murato in una parete di una delle proprietà di suo marito, il quale viene immediatamente arrestato. Disposta a tutto pur di liberarlo, la donna verrà a conoscenza di verità sconcertanti.

Le proiezioni saranno precedute da corti dell’archeologia cinematografica dada- surrealista , free cinema short, sequenze da Welles, Kubrick, Antonioni, Bresson, Lang,Bergman…

 

Nei giorni del Festival Alphaville Cineclub ,in Via del Pigneto283, ospiterà una selezione di locandine cinematografiche .

Direzione artistica di Patrizia Salvatori


In allegato la locandina e il programma dettagliato dell’evento.

 


Info: cineclubalphaville.it
alphaville2001@libero.it
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