Cineclub Alphaville dal 28 ottobre al 2 novembre

Il 28 ottobre, ottava mostra artistica digitale “Caravaggio, l’artiglio e la luce” a seguire dal 29 “Pasolini, l’apprendista”.

APHAVILLE CINECLUB

Roma, Via del Pigneto, 283

 

Alphagallery

Ottava Mostra artistica digitale
di e con L. Cantatore e P. Ferrantelli
presenta
Caravaggio, l’artiglio e la luce
Martedì 28 ottobre 2014 h.21.00
e poi
Pasolini,
"l’apprendista"

Soggetti, sceneggiature, interpretazioni del grande
intellettuale italiano a 39 anni dalla scomparsa
(1922-1975)


dal 29 ottobre al 2 novembre 2014 h.21.00

Caravaggio, l’artiglio e la luce



Nella sola serata di martedì 28 ottobre’14 alle ore 21.00, all’interno della sua sede storica di Via del Pigneto 283, Alphaville ancora una volta, dopo la lunga pausa estiva, si trasforma, primo Cineclub a Roma, in Galleria digitale con la guida di esperti ed amanti dell’arte che accompagneranno i visitatori in un viaggio coinvolgente da ‘seduti’ tra le tele ed i disegni di alcuni tra i più amati pittori del mondo!

Continua dunque la proposta  squisitamente artistica di Alphaville Cineclub che, come già in uso da qualche tempo nelle sale cinematografiche e nei club grandi e piccoli di molte tra le principali città europee, prosegue con le affascinanti incursioni nel mondo delle pittura e delle arti visive  dei grandi maestri anche contemporanei attraverso monografiche e collettive d’autore presentate e guidate da esperti , storici, studiosi che, di volta in volta, accompagneranno con commenti, letture, riflessioni le immagini delle opere più significative tra gli artisti selezionati, secondo scelte anche personalissime ma sempre fatte con il cuore ,capaci di  arricchire e far comprendere al meglio la vena artistica ed i temi sottesi ad ogni capolavoro! E’ questo l’ottavo di una serie di appuntamenti con la pittura di tutti i tempi, questa volta dedicato al grande  Caravaggio!

Alphagallery propone una nuova ed appetibile idea di Galleria d’arte sul grande schermo … e tutto questo seduti comodamente in saletta!

Vi aspettiamo dunque martedì 28 ottobre 2014 alle 21.00, imperdibile occasione destinata a tutti gli amanti dell’arte per conoscere più da vicino la vita, le opere, il geniale e doloroso talento del grande Caravaggio, artiglio e luce per se stesso e  per la sua inconfondibile arte pittorica!

Caravaggio, l’artiglio e la luce

"Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (Caravaggio, 1573 – Porto Ercole, 1610) Dal suo paese natale si recò a Roma, dove visse in trista miseria finché non fu accolto dal Cavalier d’Arpino che gli affidò i suoi primi lavori. Dopo essersi misurato con le nature morte, cominciò a dipingere le sue grandi tele drammatiche e religiose, col suo inimitabile chiaroscuro. La “Vocazione di San Matteo” è forse il suo capolavoro. Fu uomo di liti e di coltello. Commesso un omicidio in una rissa fuggì a Napoli, poi a Malta, dove fu imprigionato e dove riuscì ad evadere. Inseguito da sicari, sfregiato nel volto, approdò a Porto Ercole, dove morì di febbri.

Così Antonio Tabucchi sintetizza la vicenda umana e artistica di Caravaggio, nel suo epico scontro tra l’ombra e la luce. Il percorso che presentiamo insegue appunto l’artista nel convergere di identità e destino, nella risposta a una vocazione i cui contenuti gli appaiono nello stesso tempo quanto mai chiari e quanto mai oscuri. In questa ricerca Caravaggio appare del tutto solo, come accade a ogni autentico rivoluzionario. La sua attività chiude un secolo e mezzo di esperienze altissime, pur non dimenticandone nessuna, apre un’altra epoca di diversa e totale modernità. Si parte dalle opere giovanili, dallo sconcertante erotismo dei soggetti apparentemente non religiosi: la natura di Armonia dell’androgino, i riferimenti cristologici presenti fin nella figura di Bacco e del suo calice di vino … Nelle opere mature esplode poi con inaudita violenza una realtà drammatica e brutale, evidenziata dal contrasto di ombra e luce. E’ quest’ultima che plasma ambienti e situazioni qualificandosi come apparizione simbolica o come evento drammatico nell’intensità dei gesti, in una sorta di quasi insostenibile contrazione temporale. Le composizioni più tarde mostrano una più nuda e rigorosa semplificazione degli spazi, la luce crea zone d’ombra se possibile ancora più profonde, con sinistri lampeggiamenti simili a ferite. In questo Caravaggio fu davvero, e fino in fondo, testimone della cultura del suo tempo. E cioè la Controriforma e la Riforma cattolica, con il comune progetto di un’arte che sapesse compungere le viscere e rivolgersi a più larghi strati di pubblico, a quel popolo escluso dai contenuti di aristocrazia intellettuale cari al Rinascimento. Ma anche la scienza, con la  puntigliosa attenzione specifica rivolta alla  terra e all’universo nel proposito di restituire all’uomo – e alla ragione dell’uomo – il suo posto nella esperienza reale –  che era poi anche un modo di riconoscere comunque la dignità della vita quotidiana. Tuttavia proprio la spregiudicata aderenza al contenuto umano dei testi sacri travalica gli intenti della cultura dell’epoca, spaventa la committenza, spiega il sostanziale isolamento dell’artista e la sua progressiva emarginazione. Noi siamo i veri contemporanei del Caravaggio: o almeno proviamo a esserlo, riscoprendone ogni volta con stupore dettagli inediti. La drammaticità di un drappeggio, l’eloquenza di una mano, la violenza di un gesto: tutto è nuovo e continua a impressionarci. E’ a questo punto – e nello stesso tempo – incredibile e ben comprensibile che la religiosità del Caravaggio sia stata scambiata per dissacrazione …  C’è una bella frase del poeta francese Christian Bobin che sembra scritta apposta per lui: Ho preso la mano del diavolo. Sotto i suoi artigli neri ho visto la luce.  L’artiglio e la luce: forse è questa la sintesi più evidente dell’arte e del destino di Michelangelo da Caravaggio. Liliana Cantatore




Pasolini, "l’apprendista"

Ad Alphaville Cineclub  in veste Rewind torna, come ogni anno intorno al 2 novembre, l’omaggio a Pier Paolo Pasolini, personalità artistica unica del nostro Paese, con una breve rassegna dedicata ad alcuni dei tanti ruoli precedenti alle sue opere cinematografiche che lo hanno visto protagonista al cinema nelle vesti di soggettista, sceneggiatore, attore…
Dunque dal
29 ottobre al 2 novembre 2014 in Via del Pigneto 283 alle 21.00, Pasolini, ‘l’Apprendista’ vi aspetta per scoprire insieme le mille sfaccettature di un artista dolente ed illuminato che proprio dal Pigneto ha iniziato la sua strada di poeta dell’immagine in movimento.

Fare cinema per Pier Paolo Pasolini è stato un destino, come predestinata è stata la necessità di fare letteratura. Probabilmente gli studi di storia dell’arte hanno reso indispensabile il passaggio dalla pagina scritta all’immagine in movimento, dando vita a quel ‘linguaggio diretto della realtà’ con il quale ha fatto parlare i protagonisti delle sue storie, offrendo loro una visibilità altrimenti negata. Il suo cinema inizia dalle numerose collaborazioni che, dagli anni ’50, lo vedono soggettista e sceneggiatore di opere cinematografiche di grandi registi italiani, da Mario Soldati a Federico Fellini, da Mauro Bolognini a Florestano Vancini, da Carlo Lizzani a Sergio Citti, primo maestro di strada e di vita di cui è stato prezioso collaboratore per la stesura delle sue opere. Alphaville ha selezionato dunque alcuni tra i lavori cinematografici più variegati e stimolanti attraverso i  quali il talento e la sensibilità del grande intellettuale friulano si è potuto esprimere nelle vesti di  attore autore dei soggetti, dei dialoghi, dei temi… un apprendista di indubbio talento, capace di ‘prestare servizio‘ per grandi registi  e, al tempo stesso, di imparare quel linguaggio in movimento che  ha lasciato segni indelebili e struggenti nella Storia del Cinema universale.

 

Si inizia dunque mercoledì 29 ottobre con la proiezione diLa notte brava(1959), un film di Mauro Bolognini ispirato al romanzo pasoliniano “Ragazzi di vita” con protagonisti Scintillone e Ruggeretto che, insieme all’amico Bella Bella, trascorrono una notte violenta segnata dal vuoto e dalla tristezza. Florestano Vancini è il regista di “La lunga notte del ‘43” (1960), in programma giovedì 30 ottobre. Da una sceneggiatura di Ennio De Concini e PPPasolini, l’esordiente Vancini racconta di come le Brigate Nere di Ferrara fucilarono undici antifascisti per rappresaglia. Tratto dalle “Cinque storie ferraresi” di Giorgio Bassani, sviluppa il tema dell’indifferenza in un’atmosfera fredda tipica della bassa padana. Indimenticabili Gino Cervi ed Enrico Maria Salerno.Sergio Citti firma, venerdì 31 ottobre, la regia diOstia(1970), opera d’esordio scritta dall’amico fraterno Pier Paolo a cui anche Franco Citti ha collaborato, favola gioiosa ed al tempo stesso patetica a cui danno anima e corpo i protagonisti Rabbino e Bandiera, omosessuali inconsapevoli che nella loro catapecchia trascinano una pupa di periferia… Sabato 1 novembre imperdibile alle 21.00 l’appuntamento con “Il Gobbo”, pellicola firmata Carlo Lizzani in cui, nel raccontare a mo’ di romanzo pop la vita e le imprese del bandito Alvaro Cosenza detto il Gobbo del Quarticciolo, potremo scoprire il volto scavato ed appassionato del  giovane Pasolini nella parte di Leandro, detto er Monco…L’ultimo doppio appuntamento in rassegna è per il 2 novembre con la proiezione (ATTENZIONE: ALLE ORE 19.15) diLa commare secca” (1962), opera d’esordio di Bernardo Bertolucci che tuttavia  Pasolini, soggettista del film, non riconobbe da subito nello stile ed è nota  infatti la sua frase in merito: “Questo film è stato girato contro di me”. A seguire, alle 21.15 , ancora una volta una pellicola di Carlo Lizzani, qui alle prese con il westernRequiescant”(1960), in cui la presenza dell’attore  Pasolini nobilita un canevaccio politico-rivoluzionario sulle tracce di Sergio Leone …

 

Introduzione a cura di P.Salvatori


In allegato il programma completo

 

Entrata ai soci con tessera e sottoscrizione



 

Vi aspettiamo ad Alphaville Cineclub

 

Info:  cineclubalphaville.it
          alphaville2001@libero.it
          3393618216-3388639465



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