Selezione di lungometraggi in cui l’allestimento filmico, realizzato in spazi di tipo teatrale e comunque dal perimetro limitato, ha permesso a grandi autori del cinema di oggi e di ieri di raccontare storie universali e grandissime e per nulla claustrofobiche.
Quarta Parete
Il grande cinema d’autore girato in una stanza o poco più …
22due/27due‘012
Quando parliamo di quarta parete ci riferiamo ad un muro immaginario, posto di fronte al palco di un teatro, attraverso il quale il pubblico osserva l’azione che si svolge nel mondo dell’opera rappresentata. Il termine, nato probabilmente nel XX secolo con l’avvento del realismo teatrale, indica proprio la parete che non c’è , quarta se consideriamo il palco una ‘scatola’ con le tre pareti in fondo alle quali va in scena lo spettacolo e viene da sempre utilizzato anche per definire altre forme artistiche, in particolare il cinema, nonché per indicare il confine tra il mondo della finzione e lo spettatore intento a guardare.
Numerosi gli autori che, nello specifico cinematografico, sono riusciti a ‘contenere’ alcuni tra i loro più significativi lavori tra pareti di case, ville, giardini, sale da pranzo, aule di tribunali e luoghi fatiscenti ma affascinanti,aggiungendo alla storia raccontata la particolarità di essere ‘teatro al cinema, cinema al teatro’ e sottolineando dunque che, di fronte ai temi trattati e grazie alla bravura degli attori ‘sul palco’, anche piccoli spazi possono realizzare un grande cinema…
Addirittura è possibile poi, perché l’opera interagisca con il suo spettatore coinvolgendolo fino in fondo, rompere la quarta parete alla maniera di Brecht, tentativo proposto da Woody Allen in alcuni suoi film … sarà materiale di riflessione per rassegne future!
La selezione di Alphaville inizia dunque mercoledì 22 febbraio alle 21.00 con Gosford Park(2001), regia invisibile e corale firmata Robert Altman in cui la trama gialla nasconde in realtà gli intrighi , i vizi, le virtù dell’essere umano … il tutto nel microcosmo della tenuta che dà il titolo al film; giovedì 23 febbraio sarà possibile (ri)vedere Il pranzo di Babette(1987) del danese Gabriel Axel, piccolo gioiello filmico delicato nei modi e struggente nell’atmosfera , tutto girato in una sala da pranzo dove è possibile incontrare tipi e modi della commedia umana.
La morte e la fanciulla(1995), in programma venerdì 24, opera anche politica di Roman Polanski, affronta nei modi di un cinema da camera a porte chiuse, come nel contemporaneo Carnage, il tema della banalità del male attraverso la storia di una ex torturata che crede di riconoscere dalla voce il suo torturatore… imperdibile! Doppio appuntamento vintage sabato 25 febbraio; alle 21.00 è di scena il grande classico firmato Sir Alfred Hitchcock Nodo alla gola (1948), un piano sequenza da camera entrato nella storia del cinema per la capacità con cui gli spettatori si fanno protagonisti dell’omicidio sciocco e superomistico commesso da due giovani dandy sotto gli occhi di tutti, mentre alle 23.00 ancora un classico eccellente firmato Sidney Lumet qui alla sua prima regia, La parola ai giurati (1957), film da camera eccellente in cui uno solo dei giurati crede all’innocenza dell’imputato da giudicare … ma riesce a convincere gli altri!
Ed infine, domenica 26 febbraio, la rassegna si conclude con Vanja sulla 42°strada(1994), tragicommedia in sordina firmata Louis Malle su sceneggiatura di David Mamet tratta da Cechov ed ambientata in un teatro dismesso che arriva dritto al cuore dello spettatore…
Per gli incontri dal titolo ‘Spazio Necessario’ è prevista la proiezione del film documentario Monaco, Italia – storie di arrivi in Germania di Alessandro Melazzini, presente in sala insieme con il montatore Paolo Turla.
Otto diversi destini di italiani che, come altri 600.000 connazionali, hanno trovato in Germania una seconda patria e sono stati dimenticati in Italia.Un affresco corale sull’immigrazione italiana in Germania, nella regione di Monaco e della Baviera.

